Dal 5 febbraio al
cinema
Trama
Riggan Thomson è
un attore in declino, questa è la storia del suo tentativo di ribalta.
Recensione
Sono passati due
decenni dal grandissimo successo del film “Birdman” che lo vedeva protagonista,
Riggan (Micheal Keaton) ora è un attore in caduta libera su ogni fronte. Vede
il suo successo, ancorato al passato, transitare e svanire come se non fosse
mai esistito, vede sua figlia (Emma Stone) cadere ancora nel tunnel della droga
dopo essere uscita da poco dalla riabilitazione e vede la sua nuova pièce
teatrale, a cui si è dedicato anima e corpo, minacciata da ogni parte da
critici teatrali ed attori in cerca di una visibilità che non meritano.
Broadway al
centro della storia, un regista/sceneggiatore/attore mette anima e corpo in un
progetto che non ha possibilità di fallimento, come ogni ultima chance che si
rispetti. Mike Shiner (Edward Norton) subentra in medias res sostituendo un
attore che si è dovuto fare da parte a causa di un incidente, e fin da subito
si scontra con Riggan: non si capiscono, si odiano ma non possono farci nulla,
lo spettacolo si farà e si farà con questi attori. In questo marasma, in cui il
desiderio di ribalta è il vero protagonista, Riggan è tormentato da Birdman,
cioè se stesso nel costume del supereroe alato che lo ha reso famoso, che come
il diavoletto sulla spalla destra non fa altro che sottolineare tutto ciò che è
andato storto nella sua vita, nella sua carriera e nella sua pièce teatrale.
Candidato a 9
premi oscar e vincitore di 2 Golden Globe, Birdman
ha aperto la 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 27
agosto 2014. È un film che prende in giro i Blockbuster –le analogie tra
Birdman e Batman sono innumerevoli, una per tutte l’alterazione della voce- ma
in realtà vorrebbe esserlo, è un canto del cigno frustrato e frustrante alla
ricerca di un merito che non gli appartiene.
Intenzionalmente
complesso e criptico anche negli aspetti più basilari, materializza la storia in
un unico piano sequenza di quasi due ore - finto quanto quello di Hitchcock in Nodo alla gola- che aiuta però lo
spettatore quanto meno a capire chi è il vero protagonista della storia: il
regista. Questo film è l’autocelebrazione artistica di Alejandro González
Iñárritu, il quale davvero cerca la ribalta come il suo protagonista, avendo
collezionato nella sua vita solo nomination agli oscar che non si sono mai
materializzate ed un misero Golden Globe per Babel nel 2007.
Non è un film per
il pubblico, è un film per una giuria ed attraverso quest’ultima si vuole
prendere il consenso di un pubblico che non lo avrebbe capito a tal punto da
odiarlo.
Voto: 5
Durata: 119’
Genere: Commedia,
Drammatico, Dramma Psicologico
Di: Alejandro
González Iñárritu
Con: Micheal Keaton, Zach Galifianakis, Emma Stone, Edward
Norton
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