22/01/15

Birdman (2015)

Dal 5 febbraio al cinema

Trama

Riggan Thomson è un attore in declino, questa è la storia del suo tentativo di ribalta.

Recensione

Sono passati due decenni dal grandissimo successo del film “Birdman” che lo vedeva protagonista, Riggan (Micheal Keaton) ora è un attore in caduta libera su ogni fronte. Vede il suo successo, ancorato al passato, transitare e svanire come se non fosse mai esistito, vede sua figlia (Emma Stone) cadere ancora nel tunnel della droga dopo essere uscita da poco dalla riabilitazione e vede la sua nuova pièce teatrale, a cui si è dedicato anima e corpo, minacciata da ogni parte da critici teatrali ed attori in cerca di una visibilità che non meritano.


Broadway al centro della storia, un regista/sceneggiatore/attore mette anima e corpo in un progetto che non ha possibilità di fallimento, come ogni ultima chance che si rispetti. Mike Shiner (Edward Norton) subentra in medias res sostituendo un attore che si è dovuto fare da parte a causa di un incidente, e fin da subito si scontra con Riggan: non si capiscono, si odiano ma non possono farci nulla, lo spettacolo si farà e si farà con questi attori. In questo marasma, in cui il desiderio di ribalta è il vero protagonista, Riggan è tormentato da Birdman, cioè se stesso nel costume del supereroe alato che lo ha reso famoso, che come il diavoletto sulla spalla destra non fa altro che sottolineare tutto ciò che è andato storto nella sua vita, nella sua carriera e nella sua pièce teatrale.

Candidato a 9 premi oscar e vincitore di 2 Golden Globe, Birdman ha aperto la 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 27 agosto 2014. È un film che prende in giro i Blockbuster –le analogie tra Birdman e Batman sono innumerevoli, una per tutte l’alterazione della voce- ma in realtà vorrebbe esserlo, è un canto del cigno frustrato e frustrante alla ricerca di un merito che non gli appartiene.

Intenzionalmente complesso e criptico anche negli aspetti più basilari, materializza la storia in un unico piano sequenza di quasi due ore - finto quanto quello di Hitchcock in Nodo alla gola- che aiuta però lo spettatore quanto meno a capire chi è il vero protagonista della storia: il regista. Questo film è l’autocelebrazione artistica di Alejandro González Iñárritu, il quale davvero cerca la ribalta come il suo protagonista, avendo collezionato nella sua vita solo nomination agli oscar che non si sono mai materializzate ed un misero Golden Globe per Babel nel 2007.

Non è un film per il pubblico, è un film per una giuria ed attraverso quest’ultima si vuole prendere il consenso di un pubblico che non lo avrebbe capito a tal punto da odiarlo.

Voto: 5
Durata: 119’
Genere: Commedia, Drammatico, Dramma Psicologico
Di: Alejandro González Iñárritu

Con: Micheal Keaton, Zach Galifianakis, Emma Stone, Edward Norton

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