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cinema
Trama
Gaetano Di Vaio,
documentarista italiano, gira per I quartieri più malfamati di napoli, per
documentare la vita dei giovani
Recensione
Nasce come
mockumentary, cresce come documentario e muore come film di finzione.
Un’indagine
accurata dell’occupazione giovanile di Napoli che però, non indignandosi, non
vergognandosi, non sbilanciandosi, non sposta niente. Non si capisce bene di
cosa parli e quale sia il suo scopo, il risultato è una serie di video in
napoletano sottotitolato con un’aleatoria coerenza interna: praticamente il
backstage di gomorra.
Il passaggio da
documentario a mockumentary non è problematico quanto il passaggio a film di
finzione: un cambio inammissibile in un cinema abituato a rompere la quinta
parete, non a ricostruirla, una scelta fatta inconsapevolmente, visto il resto
del film, ma spregiudicata.
I protagonisti e
le storie si susseguono, ponendo come tema di fondo una disoccupazione
giovanile di cui si parla solo in principio, il vero tema è la miseria
intellettuale dei personaggi presentati che raccontano una Napoli povera di
idee, se non di idee per sopravvivere, pericolosa ed infernale, dove i poveri
abitanti sono ridotti ad essere un numero nelle statistiche di povertà,
criminalità ed analfabetizzazione nei telegiornali.
Presentato alla
9° edizione del Festival del Cinema di Roma, largo baracche cerca con una
costante allusione ad una realtà mista a finzione una coerenza che non ha mai
avuto: destabilizzante, inutile e frustrante.
Voto: 4
Durata: 70’
Di: Gaetano Di
Vaio
Genere:
Documentario, Mockumentary
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