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cinema
Trama
Uno spaccato
della vita di Paul, un ragazzo francese, nella fase più complessa della sua
esistenza.
Recensione di
Eden
La musica
elettronica, la droga, gli amici e le serate in discoteca, il lavoro che manca,
la disapprovazione dei genitori, la costante insoddisfazione amorosa. È frustrante
vivere come vive Paul, che si barcamena nell’universo dell’underground musicale
francese, facendosi aiutare da conoscenze che non sempre sono all’altezza,
innamorandosi sempre della ragazza sbagliata e cercando di capire che cosa ne
sarà della propria vita quando sarà troppo grande per fare il DJ come lavoro.
Paul non lo sa qual
è l’Eden a cui tendere, e forse non lo saprà mai. È uno di quelli che non ha
paura della morte, perché quello che viene dopo non può essere peggio di quello
che ha passato. E allora scandisce la sua vita con i beat della sua musica house,
cercando di dare un senso ad ogni colpo dei bassi e cercando un motivo per
continuare a sognare ogni volta che mixa un brano.
Difficile da
vedere ed apprezzabile solo in seconda battuta, “Eden” è un film criptico, da
analizzare nei minimi dettagli per poter assaporare a pieno la sua turbolenta
essenza.
Un film che si
mostra come un anti-entertainment introducendo il personaggio di Paul come un individuo
che conosce e dimentica, impara e disimpara, si innamora e lascia, si avvicina
e si allontana.
Un tessuto
filmico che negando la bellezza ne racconta un punto di vista interessante, un
film che negando la narrazione narra una storia, facendo della negazione il
vero e proprio protagonista e della musica uno strumento per raccontare una
non-storia.
Voto: 7
Durata: 131’
Genere: Dramma
sociale
Di: Mia
Hansen-Love
Con: Félix de
Givry, Pauline Etienne, Vincent Macaigne
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